L’Artrite Reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria cronica poliarticolare a patogenesi autoimmunitaria e ad andamento progressivo che può portare a gravi deformità del sistema osteoarticolare.

Talvolta può colpire altri distretti quali ad es. l'occhio, l’apparato respiratorio, cardiocircolatorio, la cute, etc.. e presenta, inoltre, importanti coomorbidità quali maggiore predisposizione alle infezioni (es. influenza, pneumococco), aumentato rischio cardio-vascolare (es. ictus cerebrale e infarto del miocardio), incremento dell’incidenza di malattie neoplastiche (es. polmone, mammella, prostata, etc.) e osteoporosi. Il decorso della malattia è molto variabile potendosi avere manifestazioni acute e rapidamente evolutive o forme a lenta evoluzione.

L'esordio si osserva prevalentemente al termine dell’adolescenza tra i 40 e i 50 anni; un secondo picco d’incidenza si ha tra i 60 e i 70 anni. Una variante precoce dell'AR è costituita dall’ artrite idiopatica giovanile.
Le sedi più frequentemente colpite sono le piccole articolazioni prossimali degli arti (articolazioni MCF/MTF e IFP), la spalla, il gomito, l’anca e il ginocchio. Raro il coinvolgimento dello scheletro assile (che viene interessato a livello della giunzione cranio-cervicale) e delle articolazioni temporo-mandibolari.

Nell’artrite reumatoide si assiste ad un progressivo ispessimento del rivestimento sinoviale delle articolazioni (ma anche dei tendini di scorrimento e delle borse sinoviali) con la conseguente produzione di un “panno” che ha azione erosiva sull’osso e che porta alla progressiva distruzione articolare.
E’ fondamentale pertanto, come in tutte le patologie articolari reumatiche, l’identificazione in fase precoce della malattia (definita “early arthritis”) quando cioè essa, ancora reversibile, è confinata al comparto capsulo-sinoviale e può essere efficacemente trattata in modo da evitare le temibili complicanze del danno osseo quali la distruzione e la lussazione articolare o l’anchilosi, tipiche della fase tardiva (definita “late arthritis”).

In quest’ottica gioca un ruolo fondamentale la diagnostica per immagini e segnatamente l’Ecografia (ad alta ris0luzione, HR, integrata dal Color/Power-Doppler) e la Risonanza Magnetica Articolare che rappresentano le uniche metodiche in grado di rilevare i segni iniziali della malattia. In particolare giova sottolineare il contributo fondamentale della Risonanza Magnetica Nucleare, la sola tecnica d’imaging in grado di riconoscere l’unico segno precoce di interessamento patologico dell’osso, l”osteite” cioè l’infiammazione dell’osso che si manifesta in forma di “edema” della componente ossea spongiosa-midollare.

In ultimo l’Ecografia e la Risonanza Magnetica Nucleare sono fondamentali nella valutazione dell’attività di malattia e della risposta alle terapie farmacologiche.

Dott. Francesco Arceri